La situazione macroeconomica della Romania è fortemente positiva. Tutti i dati la pongono al primo posto fra i Paesi con più forte sviluppo. Di sicuro la si può considerare la più forte in Europa per quanto riguarda il Pil, il deficit fiscale, il debito pubblico, e le pressioni inflazionistiche.
Fattori positivi che di certo determineranno un innalzamento delle valutazioni da parte delle principali Agenzie di Rating internazionali.
Consumi ed investimenti sono alla base della forte ripresa della crescita economica in Romania. Ma a spingere il Pil verso l'alto ha concorso anche l'aumento dei salari reali, così come i bassi tassi di interesse, i bassi costi energetici, e la generale riduzione dell'Iva, sopratutto quella inerente i prodotti alimentari. Fra i vari dati macroeconomici della Romania ciò che impressiona è il Pil, che nel 2016 è stato del 4.9%, e che le proiezioni degli istituti statistici della UE danno al 5.2% nel 2017. Un Pil, che messo a confronto con quello della Germania (posizionato all'1.9% nello stesso anno), si può ben comprendere quale sia lo stato di salute e di crescita positiva dell'economia romena.
La ripresa economica ha cominciato ad evidenziarsi dal 2013, guidata dalle esportazioni e da una forte crescita nella produzione industriale fra il 2013 ed il 2015. A seguire, nel 2014 e nel 2016 si è verificata una graduale ripresa della domanda interna, con il Pil reale stimato in aumento al 4,9% nel 2016, grazie all'aumento dei consumi interni ed al recupero degli investimenti. Secondo Eurostat, nei prezzi correnti, il Pil nominale è superiore a 160 miliardi di euro. Per quanto riguarda la produzione, la crescita è stata alimentata dal recupero di due importanti settori: costruzione e industria. Sul fronte della domanda interna si registra un forte aumento del consumo e degli investimenti privati, a causa soprattutto dell'incremento dei salari e degli incentivi fiscali.
La Romania ha dato vita ad un piccolo miracolo economico negli ultimi anni, cambiando completamente il suo profilo e cancellando in un attimo i resti della pianificazione socialista. A tal proposito oggi il Paese si è trasformato in un modello di riforma del libero mercato, diventando uno dei paesi più promettenti per gli investitori che intendono avviare una nuova impresa in Europa.
Di certo l’adesione all’UE ha cambiato il clima economico della Romania. Per qualificarsi all’adesione all’UE la Romania ha infatti dovuto accelerare il suo processo di riforme economiche secondo le seguenti linee: Liberalizzazione del commercio estero; Sviluppo del settore privato; Privatizzazione delle imprese statali; Modernizzazione del sistema bancario e fiscale.
Cambiamenti che hanno fortemente influito sull’investimento interno. Basti dire che nel 2005 l’afflusso di investimenti diretti esteri è stato di 5,2 miliardi di euro, una crescita del 27% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza di crescita è guidata da una stabilità economica e politica del paese, dall’adesione all’UE, e dalle modifiche al regime fiscale.
L’aliquota normale dell’imposta sulle società è stata ridotta al 16%. Un’eccezione si applica ai locali notturni e alle operazioni di gioco d’azzardo dove è il 5% del reddito lordo. Tuttavia, l’imposta sulle società è molto più bassa per le micro-imprese, ovvero per le aziende con fatturato annuo inferiore a 1.000.000 euro e con meno di dieci dipendenti.
Le due forme più popolari di società in Romania sono: società a responsabilità limitata (Srl) e società per azioni (Sa). Le altre tipologie principali di società rumene: Partnership; Filiale; Ufficio di rappresentanza.
Sulla riforma della regolamentazione la Romania è stata classificata al primo posto in Europa orientale e al secondo a livello mondiale in un rapporto della Banca mondiale. Il rapporto redatto da Doing Business 2007 ha elogiato la Romania per avere reso più semplice, veloce ed economica, la creazione di imprese in Romania e l’inizio delle operazioni di commercio. Molto apprezzato il fatto di avere ridotto l’imposta sulle società per un importo forfettario del 16%, così come l'aver diminuito gli obblighi normativi, dai permessi di costruzione alle procedure doganali e alle leggi del lavoro.
Un insieme di interventi e di scelte che ha avuto un riflesso positivo diretto sull'occupazione. In Romania i senza lavoro non hanno mai superato il tetto del del 6%. E comunque si parla di una forza lavoro istruita e di salari bassi. Cosa che permette alle imprese straniere di trovare personale qualificato sul posto.
Tanti gli incentivi finanziari per gli investitori stranieri. Chi vuol aprire un'attività in Romania ha a sua disposizione sgravi fiscali, prestiti a buon mercato e il libero accesso ai servizi di pubblica utilità, con particolari vantaggi per gli investitori che cercano di creare occupazione nelle aree più svantaggiate.
Sul fronte creditizio si è puntato ad ampliare la qualità e l’efficienza dei servizi finanziari a disposizione della comunità d’affari internazionale. E così quasi tutte le banche commerciali della Romania sono state privatizzate, e le banche estere ora svolgono un ruolo importante nel settore finanziario del paese. Particolare attenzione è stata rivolta agli investitori che intendono avviare un’attività in Romania soprattutto nelle aree svantaggiate.
Il sistema fiscale rumeno ha adottato dalla riforma del 2005 una tassazione sui redditi con aliquota unica del 16%, la cosiddetta flat tax. In particolare, per quanto riguarda le persone fisiche, se residenti (cioè soggiornano per più di 183 giorni l'anno in Romania) sono assoggettate a tassazione su tutti i redditi ovunque prodotti; altrimenti sono tassate limitatamente ai redditi prodotti nel territorio dello Stato. Per la tassazione delle persone fisiche è applicata un'aliquota unica del 16%. Sono previste numerose forme di deduzioni dal reddito complessivo delle persone fisiche, con alcuni limiti per i redditi da lavoro dipendente per i quali sono deducibili soltanto i contributi per la previdenza sociale obbligatoria e quelli per l'assicurazione sanitaria versati dal lavoratore.
Dal 2016 è in vigore il nuovo codice fiscale che ha introdotto una serie di novità tributarie in materia di tassazione dei dividendi e di aliquota Iva ordinaria.
La tassazione delle persone fisicheIl sistema fiscale rumeno ha adottato dalla riforma del 2005 una tassazione sui redditi con aliquota unica del 16%, la cosiddetta flat tax. In particolare, per quanto riguarda le persone fisiche, se residenti (cioè soggiornano per più di 183 giorni l'anno in Romania) sono assoggettate a tassazione su tutti i redditi ovunque prodotti; altrimenti sono tassate limitatamente ai redditi prodotti nel territorio dello Stato. Per la tassazione delle persone fisiche è applicata un'aliquota unica del 16%. Sono previste numerose forme di deduzioni dal reddito complessivo delle persone fisiche, con alcuni limiti per i redditi da lavoro dipendente per i quali sono deducibili soltanto i contributi per la previdenza sociale obbligatoria e quelli per l'assicurazione sanitaria versati dal lavoratore.
Dividendi e plusvalenze In base all’introduzione del nuovo codice fiscale, la tassazione dei dividendi erogati da persone giuridiche romene ai residenti è passata da un’aliquota del 16% ad un’aliquota del 5%. Anche i dividendi percepiti da persone fisiche o giuridiche straniere subiscono lo stesso trattamento fiscale.
Per quanto riguarda le plusvalenze, gli utili percepiti dalla vendita di azioni e beni immobili sono considerati profitti e tassati con l'aliquota dell'imposta sulle società del 16%.
La tassazione delle persone giuridicheSecondo la normativa fiscale nazionale sono considerati soggetti passivi d'imposta:
Dalla base imponibile sono deducibili i costi inerenti l'attività da cui deriva il reddito imponibile. Le perdite possono essere riportate per sette anni e i piani di ammortamento fiscale, modulati secondo la vita utile presunta del bene, variano dai due ai sessanta anni. Anche in questo caso si applica l'aliquota unica del 16%.
Le microimprese sono invece soggette ad aliquote di favore che variano dall’1% al 3%.
Il limite di reddito vigente per poter essere considerate microimprese è passato da 65.000 Euro a 100.000 Euro, per giungere dal 01 gennaio 2018 alla soglia di 1.000.000 euro.
Le aliquote sono invece:
Incentivi e agevolazioni previste per le persone giuridicheLe norme di favore che operano in materia di imposta sul reddito delle società sono:
Credito d'imposta estero Un credito per imposte pagate all’estero è concesso se previsto da un trattato fiscale tra la Romania e un'altra giurisdizione e se il contribuente può dimostrare che l'imposta è stata pagato all'estero. Tuttavia, la differenza tra credito d’imposta e imposta dovuta nel Paese non può mai essere inferiore a zero.
Ritenute alla fonteIn base alle norme introdotte con il nuovo codice fiscale, dal primo gennaio 2016 sui dividendi distribuiti da società romene verso altre società romene si applica una ritenuta a titolo di imposta del 5% (precedentemente era del 16%). La stessa aliquota del 5% vale anche per i dividendi pagati da una persona giuridica romena a una entità residente in un altro Stato membro dell'Unione Europea, o a una stabile organizzazione di una società da uno stato membro dell'Unione Europea situato in un altro Stato membro dell'Unione Europea se i dividendi non sono considerati esenti sulla base della Direttiva madre-figlia dell’Unione europea. In questo caso non si applica alcuna ritenuta.Invece, in via generale, sugli interessi pagati ad un società non residente e sui canoni pagati per royalties alle società non residenti si applica una ritenuta alla fonte del 16%.
Regime del consolidato – Non esistono regimi dichiarativi per le società che appartengono a un gruppo di imprese. Anche se controllata da una capogruppo, ogni azienda deve presentare autonomamente la propria dichiarazione dei redditi.
L'imposta sul valore aggiuntoL'imposta sul valore aggiunto è stata introdotta nel Paese nel 1993, grazie a un accordo provvisorio stipulato tra la Romania e l'Unione europea sugli scambi e le transazioni commerciali.
L'aliquota Iva ordinaria negli ultimi anni è passata dal 24% del 2015 al 20% del 2016. Infine, in base alle nuove disposizioni del codice fiscale l’aliquota passerà al 19%, a partire dall'1 gennaio 2017. In conformità alle previsioni del codice fiscale l’aliquota dell’Iva applicabile è quella in vigore alla data in cui si verificano i presupposti per l’applicazione dell’imposta; presupposti che di regola si verificano alla data della cessione dei beni o della prestazione dei servizi. L’aliquota ordinaria colpisce tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, ad eccezione di quelle in regime di esenzione. Vi sono poi due aliquote ridotte al 9 e al 5%. L'aliquota ridotta al 9% si applica ad alcune fattispecie espressamente previste dalla legge (es, farmaci, libri, ingressi ai musei, servizi alberghieri, ecc.). Esportazioni e forniture intracomunitarie di beni sono esenti da Iva. Tra le altre esenzioni figurano i servizi sociali, sanitari, educativi e alcune transazioni immobiliari.Con l’approvazione del nuovo codice fiscale, l’aliquota Iva del 9% risulta adesso applicabile anche per la cessione di acqua potabile e quella utilizzabile per le irrigazioni in agricoltura.
Per arginare il fenomeno dell'evasione fiscale (un elemento che vede la Romania in vetta alle classifiche europee), il 1° agosto 2010 è stato istituito presso l'Agenzia dell'Amministrazione fiscale, con l'ordinanza di emergenza n. 54/2010, un apposito registro degli operatori intracomunitari in cui devono essere annotati tutti coloro che effettuano operazioni intracomunitarie. Chi non è iscritto nel registro non potrà più avere una partita IVA necessaria per effettuare questo tipo di operazioni. Italia e Romania hanno firmato un Protocollo di modifica della Convenzione (Riga, 25 aprile 2015) tra la Repubblica Italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali. Il Protocollo aggiorna la Convenzione tra Italia e Romania del 1978. L'accordo firmato adatta le disposizioni sullo scambio di informazioni ai più recenti standard internazionali e prevede che le autorità competenti dei due Stati si scambieranno le informazioni presumibilmente rilevanti ai fini del prelievo delle imposte e per prevenire l'elusione e l'evasione fiscale. La Convenzione riguarda le imposte su redditi e patrimonio prodotti da cittadini residenti in uno degli Stati contraenti nell'altro Stato e mira ad evitare la doppia imposizione.Rientrano nel campo di applicazione della Convenzione tutte le imposte sul reddito complessivo o su elementi del reddito, comprese le imposte sugli utili derivanti dall'alienazione di beni mobili o immobili, le imposte sull'ammontare complessivo degli stipendi o dei salari corrisposti dalle imprese nonché le imposte sulle plusvalenze. Per quanto riguarda l'Italia, le imposte attuali su cui si applica la Convenzione sono IRPEF, IRES ed IRAP, ancorché riscosse mediante ritenuta alla fonte.Per quanto riguarda la Romania, si tratta dell'imposta sul reddito e dell'imposta sugli utili.La Convenzione si applicherà anche alle imposte future di natura identica o sostanzialmente analoga che verranno istituite dopo la firma della Convenzione in aggiunta o in sostituzione delle imposte esistenti.
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